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Peeling

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Il peeling (dall’inglese to peel) permette di rimuovere gli strati esterni della cute con l’applicazione locale di sostanze, soprattutto acidi organici, in grado di scindere i legami che tengono unite le cellule.

Nella pelle invecchiata il ricambio delle cellule dell’epidermide rallenta e si ha un aumento relativo dello spessore dello strato corneo: la cute assume un aspetto opaco, grigiastro, perde elasticità, diviene ruvida al tatto, la melanina viene prodotta in modo disomogeneo e compaiono delle macchie. Il peeling chimico, effettuato con regolarità, migliora l’aspetto dell’epidermide e, tramite particolari segnali biochimici che raggiungono il derma sottostante, ne rivitalizza le funzioni, stimola la sintesi di nuovo collagene.

In base alla potenza dell’agente cheratolitico usato, il peeling può essere superficiale, medio o profondo, a seconda dello strato della cute su cui agisce. Peeling più utilizzati in Medicina Estetica sono quelli superficiali e medio-superficiali o soft-peeling: questi, rimuovendo lo strato corneo, rendono immediatamente la pelle più luminosa e levigata, migliorando tutti i quadri connessi all’invecchiamento cutaneo. Questa terapia va inserita in un programma più ampio, impostato sulla base delle problematiche del paziente, emerse in seguito a un check up cutaneo: questo iter diagnostico deve precedere qualsiasi trattamento correttivo. La cute del volto va normalizzata con una cosmetica adeguata, di cui il peeling potenzia l’efficacia, favorendo la penetrazione dei principi attivi.

In ambito dermatologico, inoltre, alcuni peeling contribuiscono al miglioramento dell’acne.

 

Modalità di esecuzione

Il peeling si effettua in singoli trattamenti ad intervalli di circa 15-30 giorni. Il numero delle sedute varia in funzione dell’obiettivo da raggiungere, dell’agente chimico utilizzato e della risposta individuale. Durante la seduta si applica l’acido con un batuffolo di ovatta o un cotton fioc; il paziente avverte un bruciore, di intensità variabile in base alla sensibilità individuale, che scompare quando l’acido viene neutralizzato, lasciando una sensazione di calore legata alla vasodilatazione locale. Il disagio normalmente è ben tollerato.

 

Che tipo di risultati si ottengono con il peeling?

Con un soft peel ci si può aspettare:

  • una maggiore luminosità, levigatezza ed elasticità della cute
  • una lieve riduzione del diametro degli osti follicolari
  • una maggiore uniformità del colorito cutaneo con attenuazione delle iperpigmentazioni (soprattutto se i peeling vengono ripetuti e si associa l’uso domiciliare di depigmentanti)
  • un’attenuazione delle rughe più sottili.

L’entità del miglioramento non è prevedibile poiché la qualità della risposta e il numero di trattamenti necessari ad ottenerla dipendono da molti fattori, come il livello di compromissione iniziale della cute, l’età, la reattività individuale, le condizioni ambientali, lo stile di vita.

 

Esistono delle controindicazioni al peeling?

Ovviamente, una controindicazione assoluta esiste in caso di allergia accertata nei confronti dell’acido prescelto o degli eccipienti.

Gli acidi sono sostanze dotate di potere aggressivo per la cute e le mucose, potenzialmente in grado di produrre lesioni di una certa gravità, se usate in sedi, modi e tempi non corretti.

Dopo il peeling, possono comparire aree di arrossamento e di desquamazione, a volte crosticine che si risolvono in qualche giorno spontaneamente, o nei rarissimi casi di maggior gravità, con un’opportuna terapia.

È inoltre possibile, nei giorni successivi al peeling, che compaiano piccole lesioni pustolose o, nei soggetti predisposti, manifestazioni di Herpes Simplex.

Gli acidi, per la loro azione esfoliante, possono favorire un aumento della perdita di acqua per evaporazione, accentuando, in alcuni casi, il senso di secchezza cutanea.

Infine, coi peeling più profondi, si può manifestare eritema persistente ed iperpigmentazioni (specie in fototipi scuri, come esito di complicanze infiammatorie e in caso di inadeguata fotoprotezione delle aree trattate), risolvibili con un’ adeguata terapia.

 

Cosa bisogna fare e non fare prima del peeling?

Una pelle è in condizioni ottimali e ben idratata risponde meglio al peeling e gli effetti collaterali sono più rari. Per questo motivo, è consigliabile far precedere il peeling da un check-up cutaneo e da una fase di preparazione e di normalizzazione, della durata di almeno 15 giorni, da effettuare a domicilio, con i cosmetici prescritti dal medico.

In generale, è preferibile rimandare il trattamento in presenza di: herpes simplex attivo, dermopatie, lesioni flogistiche in corso o in via di cicatrizzazione, ferite chirurgiche, peeling recenti con altre sostanze, esiti di dermoabrasione, crioterapia, diatermocoagulazione, scottature solari, rasature, depilazione con cera e ogni altro evento irritativo cutaneo. In ogni caso, sarà il medico a valutare l’intervallo di tempo da far trascorrere prima di effettuare un peeling.

 

Cosa bisogna fare e non fare dopo il peeling?

Nel giorno in cui è stato eseguito il peeling ed in quello successivo, è consigliabile applicare sulla cute solo i prodotti prescritti dal medico, per velocizzare il processo di rinnovamento cellulare e ridurre la secchezza cutanea.

Lo strato corneo è un importante strumento di difesa contro le radiazioni solari: il peeling ne riduce lo spessore e rende la pelle più sensibile ai raggi UV. Va evitata perciò l’esposizione al sole o alle lampade abbronzanti per almeno quattro settimane ed applicato con regolarità uno schermo solare: questo perché la cute potrebbe reagire al processo infiammatorio postpeeling con un aumento della pigmentazione ed un’insufficiente cautela potrebbe rendere più evidenti le macchie preesistenti o farne comparire di nuove.

Inoltre, nelle aree trattate, non devono essere usati prodotti abrasivi, tonici a base alcolica, detergenti saponosi o sindet particolarmente aggressivi; non va effettuata la depilazione, la pelle non va grattata o strofinata, né vanno asportate eventuali crosticine.

Gli acidi più utilizzati in Medicina Estetica sono: mandelico, glicolico, piruvico, salicilico, tricloroacetico:

  • acido mandelico: fa parte degli alfa-idrossiacidi un’ampia famiglia di composti presenti in natura, chiamati anche “acidi della frutta”, da cui molti derivano. In particolare, l’acido mandelico, estratto dalle mandorle amare, riesce ad essere efficace senza indurre bruciore o rossore cutaneo immediato; agisce in relazione alla sua concentrazione, favorendo il turn over cellulare ed ha anche proprietà antibatteriche e depigmentanti. Esso è indicato per il trattamento della cute sensibile ed è spesso utilizzato in combinazione con altri agenti chimici.
  • acido glicolico: è un alfa-idrossiacido contenuto nella canna da zucchero. E’ disponibile in più formulazioni che agiscono in maniera differente, in base alla loro concentrazione, al grado di acidità non tamponata (ossia non neutralizzata), ed al tempo di permanenza sulla pelle. A basse concentrazioni (4-15%), applicato quotidianamente come cosmetico, l’acido glicolico rimuove le squamette cornee più superficiali, già parzialmente sollevate, contribuendo a produrre l’effetto ottico della luminosità. Inoltre, i cosmetici a basse concentrazioni di glicolico aumentano la capacità delle proteine dell’epidermide di trattenere acqua, migliorando l’idratazione cutanea. Ad alte concentrazioni (30-70%), l’acido glicolico provoca il distacco delle cellule epidermiche più profonde, e viene utilizzato per il peeling medico.
  • acido piruvico: è un alfa chetoacido fortemente lipofilo, caratteristica che gli permette di penetrare nel follicolo pilo sebaceo, sede dell’acne; pur avendo un’azione superficiale, produce un effetto desquamante a livello corneo. Stimola inoltre le cellule dello strato germinativo avviando il processo di rinnovamento della pelle. Inoltre, grazie alle sue proprietà antimicrobiche, l’acido piruvico è particolarmente indicato nel trattamento dell’acne in fase attiva.
  • acido salicilico: è un analogo molecolare dell’acido acetilsalicilico, meglio noto come aspirina. Pur avendo un’azione superficiale, ha un effetto desquamante a livello corneo superiore a qualsiasi altro agente chimico. Stimola le cellule dello strato germinativo avviando il processo di rinnovamento della pelle. L’acido salicilico possiede anche proprietà antimicrobiche che consentono di trattare efficacemente i casi di acne anche in fase attiva.
  • acido tricloroacetico (TCA): Il TCA è un agente chimico esfoliante che è in grado di distruggere chimicamente le cellule superficiali dell’epidermiche, stimolando gli strati profondi a rimpiazzare le cellule desquamate: la cute si “rinnova” in circa 15 giorni. Se ripetuto a breve distanza di tempo ed utilizzato a concentrazioni più elevate, agisce più in profondità, favorendo il rimodellamento del collagene nei mesi successivi al trattamento.

 

Peeling PRX-T33

Si tratta di un peeling a base di acido tricloracetico ad alta concentrazione, ma non aggressivo grazie alla presenza del perossido di idrogeno che ne modula l’azione. Stimola il derma e agisce sul chrono e photoaging, contrastando la perdita di tonicità di viso, collo e décolleté, ed è indicato anche nel trattamento delle cuti acneiche. Con la formulazione Reverse peel, in cui oltre al tricloracetico, sono presenti anche altri agenti esfolianti, può essere efficacemente trattato il melasma, un’ iperpigmentazione cutanea, caratterizzata da macchie marroni con contorni irregolari.

La terapia, non invasiva e indolore, consiste nel massaggiare, in più passaggi, il prodotto sulla cute, che viene poi risciacquata; generalmente il peeling è ben tollerato, e dà solo un leggero arrossamento al termine della seduta e una lieve desquamazione nei giorni successivi. Il protocollo standard prevede circa 5 sedute a cadenza settimanale; nel caso del Reverse peel le sedute sono più distanziate.

Questo peeling non è fotosensibilizzante e perciò può essere effettuato in qualsiasi stagione dell’anno.

 

Retinol peel

E’ un peeling medico che contiene il 3% di Retinolo, un precursore dell’acido retinoico, ed un complesso di sostanze (derivati dell’acido citrico, derivati aminoacidici, vitamina E, bisabololo): stimola la produzione di collagene, riduce l’attività delle collagenasi, esfolia, migliora l’aspetto delle rughe sottili, favorisce l’uniformità del colorito e rende la cute più luminosa. Il peeling è attivo anche sulle lesioni acneiche.

Il prodotto viene applicato sulla cute dal medico e, dopo un periodo di osservazione di circa 10 minuti, il paziente potrà lasciare l’ambulatorio; il risciacquo della sostanza avverrà a domicilio dopo un numero di ore di posa indicato dal medico, in base alle condizioni ed alla sensibilità della pelle. Nei giorni successivi all’applicazione si può avere un lieve incremento del rossore e un senso di tensione della pelle; l’esfoliazione inizia dopo 2-3 giorni e prosegue per una circa una settimana. Oltre a una corretta idratazione con i cosmetici prescritti, è fondamentale la fotoprotezione, con creme solari applicate più volte al giorno; va inoltre evitato l’uso di prodotti esfolianti.