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Medicina Estetica

Laser Resurfacing con CO2 Ultrapulsato

Laser Resurfacing con CO2 Ultrapulsato

Il resurfacing con laser CO2 ultrapulsato è una metodica chirurgica utilizzata per il miglioramento delle rughe del volto e per il trattamento di inestetismi cutanei come le cicatrici post acneiche. Il laser CO2 emette un intenso fascio di luce, che riscalda e vaporizza istantaneamente i tessuti e la cute: questa azione è talmente precisa e selettiva nel punto di impatto del raggio, che il tessuto circostante ne è solo blandamente interessato.

Questa metodica determina inizialmente gonfiore, arrossamento, essudazione e dolore. Quest’ultimo in genere si attenua, fino a scomparire, nel giro di pochi giorni.

Al termine dell’intervento sono necessarie delle medicazioni che devono essere ripetute nei giorni seguenti secondo lo schema fornito dal medico.

Dopo 4 – 6 giorni, la medicazione viene definitivamente rimossa e la pelle ha un aspetto sano, arrossato. Il colorito cutaneo migliora nel giro di qualche settimana, ma in qualche caso l’arrossamento può persistere fino a più di 4 – 6 mesi. Durante questo periodo è assolutamente proibita l’esposizione diretta ai raggi solari.

E’ bene ricordare che l’intensità e la durata del rossore sono legati al danno dermico, necessario per l’effetto di retrazione del collagene.

Laser Resurfacing con CO2 Frazionato

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Il resurfacing con laser CO2 FRAZIONATO è una metodica chirurgica utilizzata per il miglioramento delle rughe del volto e il trattamento di inestetismi cutanei come le cicatrici postacneiche. Il laser emette un intenso fascio di luce che vaporizza istantaneamente i tessuti e la cute. Questa azione è talmente precisa e selettiva nel punto di impatto del raggio, che il tessuto circostante è solo blandamente interessato.

Durante l’intervento può essere avvertito un dolore da modesto a importante ma, al fine di limitare al minimo la sensazione di fastidio, viene eseguita un’anestesia locale e/o una sedazione endovenosa. Nel periodo postoperatorio il dolore è nullo.

Questa metodica determina inizialmente gonfiore e arrossamento. Al termine dell’intervento sono necessarie delle medicazioni che devono essere ripetute nei giorni seguenti; dopo 6 giorni, la medicazione viene definitivamente rimossa e la pelle ha un aspetto sano e appare intensamente arrossata. Il rossore vira verso un colore rosato; dopo 20 -30 giorni si riacquista un colorito normale. Durante questo periodo è assolutamente proibita l’esposizione diretta ai raggi solari.

Le complicanze da laser CO2 frazionato sono infrequenti: iperpigmentazione (più frequente in pazienti con pelle olivastra o scura, scompare dopo 2 – 6 mesi spontaneamente o con appositi trattamenti topici), ipopigmentazione ( rara complicanza che si può manifestare tardivamente con chiazze bianche, che dopo qualche mese vanno incontro a pigmentazione spontanea o, raramente, possono permanere), cicatrici (rischio minimo), infezione (rischio ridotto al minimo con una profilassi antibiotica pre e postoperatoria), linea di demarcazione (temporaneamente si può notare una differenza tra le zone trattate e non  trattate), prurito.

Anche se questo procedimento chirurgico ha dimostrato di poter dare buoni risultati, un risultato sicuro sul singolo caso non è realisticamente proponibile, né assicurabile.

Laser Resurfacing con Erbium-Yag

mat1Il resurfacing con laser ERBIUM-YAG è una metodica chirurgica utilizzata per il miglioramento delle rughe del volto e il trattamento di inestetismi cutanei, come le cicatrici postacneiche. Il laser ERBIUM-YAG emette un intenso fascio di luce che vaporizza i tessuti e la cute istantaneamente, con un’azione selettiva sul punto da trattare e scarso interessamento dei tessuti circostanti.  L’intervento viene eseguito in anestesia locale e/o sedazione, perché ogni impulso provoca una sensazione dolorosa. Nel periodo postoperatorio il dolore è nullo. Subito dopo la terapia la pelle si presenta arrossata e gonfia; su di essa vengono poste delle medicazioni che devono essere ripetute nei giorni successivi e rimosse definitivamente dopo 6 giorni.  Nel periodo di guarigione può presentarsi nella zona trattata una sensazione di prurito che scompare in pochi giorni: è molto importante che il paziente non si gratti.

Il colorito cutaneo migliora nel giro di qualche settimana, ma in qualche caso l’arrossamento può persistere fino a 30 giorni. Durante questo periodo è assolutamente proibita l’esposizione diretta ai raggi solari per evitare l’insorgenza di iperpigmentazioni. Una rara complicanza è l’ipopigmentazione: le chiazze bianche possono ripigmentarsi spontaneamente dopo qualche mese, o possono essere permanenti. Malgrado tutti gli accorgimenti, è possibile che temporaneamente possa notarsi una differenza tra le zone trattate e non trattate. Anche il rischio di cicatrici è minimo, e viene ulteriormente ridotto attenendosi scrupolosamente alle direttive del medico. Una profilassi antibiotica pre e postoperatoria viene prescritta per evitare una possibile infezione. Una temporanea fioritura di acne e/o grani di miglio è possibile dopo la guarigione. Infine, potrebbe esserci un insufficiente miglioramento delle rughe e/o delle lesioni cutanee trattate.

 

Laser Q-Switch per la rimozione delle iperpigmentazioni

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La tecnologia laser, è in grado di trattare e rimuovere efficacemente alcune lesioni pigmentate, come lentiggini o macchie legate all’età. La maggior parte di tali macchie per fortuna non presenta alcuna pericolosità: sono per lo più dovute all’esposizione solare e il loro colore scuro è dato dalla notevole presenza di melanina in un’area ristretta di pelle.

Uno dei laser più efficaci sulle macchie è il laser Q-Switch: l’energia luminosa che produce viene rapidamente assorbita e distrugge l’accumulo di melanina, con rimozione della lesione. È importante sottolineare che il trattamento laser non è indicato per rimuovere delle lesioni pigmentate maligne o sospette.

L’intervento dura dai 5 ai 10 minuti circa, in base al numero di lesioni da trattare. Il paziente, che indossa appositi occhiali protettivi, avverte un dolore moderato e comunque tollerabile; dopo il trattamento può persistere per alcune ore una sensazione di bruciore.  Circa l’80% delle macchie può essere rimosso in un’unica seduta. Se ci trova davanti ad una lesione ampia, si potrà frazionare il trattamento.

Nei giorni successivi all’intervento potrebbe comparire una crosta, che di solito scompare in 7-9 giorni, ed è presente un lieve eritema (arrossamento). Diverse variabili condizionano la durata di tale eritema: la reattività individuale, la zona trattata e la sua estensione, il colore della cute, la profondità raggiunta dal raggio laser.  E’ consigliato perciò l’uso di creme lenitive e, per alcuni giorni, è necessario applicare sulle lesioni una crema antibiotica. Oltre agli effetti locali indesiderati immediati, non si può escludere la possibilità che si verifichino delle modificazioni definitive della pigmentazione cutanea (macchie chiare o scure) e delle piccole ustioni cutanee.

Una volta trattate con il laser, in genere le lesioni pigmentarie non ricompaiono ma, se questo dovesse succedere, si può intervenire nuovamente a distanza di 10-12 mesi. Il trattamento con laser Q-Switch è controindicato nei soggetti con anamnesi positiva per cicatrici ipertrofiche o cheloidi, e nei soggetti in terapia con farmaci fotosensibilizzanti.

A tutt’oggi, le ricerche effettuate e le evidenze cliniche indicano che la laser-terapia è sicura, anche se non è sempre in grado di garantire l’eliminazione completa della lesione o dell’inestetismo trattato.

 

Trattamenti Laser per rimozione tatuaggi

rimozione tatuaggiIl laser Q-switched permette l’eliminazione della maggior parte dei tatuaggi, annullando in pratica il rischio di lasciare cicatrici. Nel nostro centro viene usata un’apparecchiatura studiata per produrre più lunghezze d’onda, al fine di rimuovere la maggior parte dei pigmenti del tatuaggio: blu, nero, rosso, verde, etc. I tatuaggi blu, neri, rossi, arancioni e viola vengono rimossi in tempi più brevi rispetto al giallo e al verde, ma sedute consecutive possono portare alla totale distruzione e cancellazione del pigmento.

Il laser rilascia un impulso luminoso ad alta intensità di energia in tempi molto brevi, per non creare lesioni sulla cute, distruggendo la maggior parte dell’inchiostro presente. L’assorbimento di questa energia luminosa da parte del pigmento comporta la distruzione del tatuaggio e la formazione di micro-frammenti di pigmento colorato, che vengono eliminati dall’organismo. L’impatto dell’energia luminosa sulla cute è simile allo schiocco di un elastico.

Per rimuovere un tatuaggio “professionale” occorrono, in media, 5/6 trattamenti, mentre per quelli “amatoriali” potrebbero essere sufficienti 3/4 sedute, ripetute ad intervalli di circa un mese l’una dall’altra.  Il numero delle sedute dipende dalla quantità e dal tipo di inchiostro usato, nonché dalla sua profondità nella cute.

L'esperienza dolorosa è moderata e comunque il trattamento è ben tollerato. Dopo il trattamento è frequente una sensazione di bruciore che può essere avvertita per alcune ore. La durata dell'intervento è di 5-10 minuti.

Dopo il trattamento sarà necessario applicare una medicazione con pomata antibatterica, che verrà ripetuta per 3/4 giorni, fino alla completa guarigione. Generalmente è presente un sanguinamento puntiforme e potrebbe comparire una crosta, che di solito scompare in 7-9 giorni ed è accompagnata da un lieve arrossamento (eritema). Diverse variabili condizionano la durata dell'eritema: la reattività individuale, la zona trattata e la sua estensione, il colore della cute, la sede e la profondità raggiunta dal raggio laser.  Per alleviare questo disagio si possono applicare delle creme lenitive. L’area trattata potrà essere bagnata, ma è assolutamente sconsigliato sfregare la zona. Fondamentale l’applicazione di creme solari protettive. Oltre agli effetti locali indesiderati immediati di cui sopra, possono verificarsi le seguenti condizioni: modificazioni della pigmentazione cutanea (macchie chiare o scure), piccole ustioni cutanee.

Il trattamento con laser Q-Switch è controindicato nei soggetti con anamnesi positiva per cicatrici ipertrofiche o cheloidi e in quelli che assumono farmaci foto-sensibilizzanti.

Sfortunatamente in alcuni casi i risultati potrebbero essere solo temporanei. La rimozione dei tatuaggi con tecnica laser dovrà essere valutata di volta in volta e il risultato finale sarà relativo al colore, alle metodiche di pigmentazione usate, alla sede, alla cronologia, ecc. A tutt’oggi, le ricerche internazionali effettuate sull’utilizzo del laser e le evidenze cliniche indicano che la laserterapia è sicura, pur non esistendo la garanzia che il trattamento eliminerà completamente la lesione o l’inestetismo trattato.

 

 

Filler cutanei

fillerMolte disarmonie del volto possono essere migliorate con delle sostanze riempitive, i cosiddetti “filler”: iniettati nella cute, permettono di creare dei volumi o di ripristinarli se nel tempo si sono ridotti e di riempire solchi e rughe, come i solchi nasogenieni, i labiomentonieri o le rughe perioculari e del contorno delle labbra.

Lo Studio Medico Associato Bartoletti Cavalieri fa parte della Consensus Conference Nazionale sui filler e in accordo con le linee guida ufficiali sull’utilizzo dei filler non utilizza riempitivi permanenti e ne sconsiglia vivamente la richiesta da parte dei pazienti.

La Società di Medicina Estetica (SIME), di cui il Dr. Bartoletti è Presidente, è stato ed è uno dei più attivi promotori presso il Ministero della Salute di linee guida sull'uso sicuro dei filler; presso il nostro studio, pertanto, non si utilizzano sostanze permanenti ma esclusivamente filler riassorbibili.

 

Acido Ialuronico

È un elemento costitutivo naturale dei tessuti connettivi dell’uomo. Ha una molecola molto grande di natura polisaccaridica e svolge importanti funzioni nella pelle, tra cui quella di dare volume, turgore e tonicità, grazie alla sua capacità di legare un’enorme quantità di molecole di acqua (pari a 100 volte il suo peso secco).

La sua presenza nella cute si riduce con l’invecchiamento, contribuendo al decadimento delle proprietà meccaniche della pelle. Una caratteristica del filler acido ialuronico è quella di inserirsi molto bene nei tessuti; inoltre, anche se iniettato in piccola quantità, legando molta acqua tende ad occupare molto spazio, per cui è un buon “espansore di volume”. Le cellule possiedono gli strumenti per metabolizzare l’acido ialuronico iniettato, che quindi progressivamente scompare, venendo scisso nei suoi componenti, che a loro volta, sono innocui e riutilizzabili. L'acido ialuronico oggi in commercio è di sintesi batterica ed è dotato di un’ottima biocompatibilità, per cui la possibilità di reazioni allergiche è minima. Grazie alla sua formulazione in gel, è possibile ottenere risultati molto naturali nel riempimento di rughe, solchi e depressioni e nell’ aumento volumetrico di aree quali zigomi e labbra. A seconda della densità e della struttura del filler utilizzato, la durata delle correzioni varia da un minimo di 4-6 mesi, per prodotti fluidi e correzioni superficiali, ad un massimo di 12 mesi per prodotti più consistenti e correzioni profonde. Alcuni fattori (fumo di sigaretta, intensa esposizione al sole) ne accelerano il riassorbimento, la cui velocità è legata alle caratteristiche biochimiche individuali, allo stato di salute generale ed allo stile di vita del paziente.

Alcuni stati patologici inducono a valutare con molta attenzione l’opportunità del trattamento: tra questi, le dermopatie e le condizioni flogistiche di qualsiasi natura presenti nelle aree da trattare, alcune patologie autoimmunitarie e tutte le affezioni sistemiche di una certa gravità.

Come dopo ogni iniezione, anche quando il trattamento venga correttamente eseguito, possono verificarsi reazioni indesiderate: transitorio eritema (arrossamento), lieve e passeggero gonfiore, leggero sanguinamento o piccoli ematomi con rigonfiamenti ed ecchimosi, dolore locale (persistente per qualche ora), infezioni circoscritte.

Altri effetti collaterali sono legati all’attività biologica dell’acido ialuronico: alcuni pazienti hanno manifestato, nelle aree di inoculazione, tumefazioni ed eritemi persistenti per oltre 24-48 ore che, nel trattamento delle labbra, in casi eccezionali, possono permanere fino a 7 giorni. Per lo più, si tratta di fenomeni circoscritti che scompaiono spontaneamente; in situazioni sporadiche, può essere richiesto l’uso di un supporto farmacologico specifico. Raramente, si presentano indurimenti o granularità palpabili nella zona dell’impianto, sempre transitori. Sono stati, inoltre, descritti casi isolati di tumefazioni simil-ascessuali, sterili, insorte dopo 3-4 settimane dall’impianto, con regressione spontanea in 6-8 settimane.

 

Idrossiapatite di Calcio

L’idrossiapatite di calcio è un filler unico nel suo genere approvato negli Stati Uniti dalla F.D.A. (Food and Drug Administration, l’Agenzia per gli Alimenti e i Medicinali) per la correzione delle pieghe facciali e delle rughe di grado moderato e severo. In Europa il filler Radiesse è certificato CE per la chirurgia plastica e ricostruttiva, compreso l’aumento del tessuto molle intradermico e sottocutaneo dell’area facciale. Il filler è costituito per il 30% da microsfere sintetiche di idrossiapatite di calcio sospese in soluzione acquosa di gel (70%): le microsfere sono composte da ioni calcio e fosfato, sostanze presenti anche in natura nel tessuto epidermico. E’ perciò un prodotto biocompatibile al 100% che non necessita di un previo test allergologico. Durante l’iniezione, il gel in cui sono immerse le microsfere di idrossiapatite di calcio opera un’immediata azione correttiva e riempitiva; poi, nell’arco di alcuni mesi, viene degradato dai macrofagi, mentre le particelle di idrossiapatite permangono e intorno ad esse si forma collagene di nuova sintesi. La durata dell’impianto è mediamente superiore a quella degli altri filler riassorbibili, cioè dai 12 ai 18 mesi. L’idrossiapatite di calcio è indicata soprattutto per la definizione volumetrica delle aree del volto in cui il volume è dato dalle prominenze ossee, quali zigomi e mandibola. Si può avvertire un leggero fastidio al momento dell’iniezione; per alcune ore dopo il trattamento può permanere un lieve indolenzimento locale e nelle aree trattate possono comparire piccole ecchimosi che scompaiono in una settimana circa.

 

Acido Polilattico

L’acido L-polilattico (PLLA) è un polimero sintetico, biodegradabile, immunologicamente inerte e riassorbibile. La sua azione consiste nel determinare un aumento di volume del derma per neo-collagenogenesi (aumentata produzione di collagene).  Le microparticelle di cui è costituito, infiltrate con un sottile ago nello strato subdermico, si degradano lentamente nei 12-30 mesi successivi fino al completo riassorbimento, stimolando il tessuto circostante a produrre nuovo collagene. Questa lenta e progressiva produzione di collagene aumenta il volume delle aree atrofiche. Per raggiungere un risultato soddisfacente, nei pazienti con piccoli difetti sono sufficienti 2-3 sedute, in quelli con gravi alterazioni ne occorrono 5 o 6. Per mantenere i risultati ottenuti con un ciclo di trattamento è necessario un richiamo ogni 8- 12 mesi.

 

Rinofiller

Il rinofiller è una tecnica che consente di rimodellare il naso e può essere un’alternativa alla rinoplastica tradizionale chirurgica. Consiste nell’infiltrare un filler specifico in determinate regioni del naso, per armonizzarne la forma, riequilibrarne le asimmetrie e correggerne le “gobbe”, anche quelle conseguenti a traumi. E’ possibile trattare anche la radice del naso per ammorbidirne la curva, o l’angolo naso labiale per correggere l’aspetto di una punta che scende verso il basso. Si tratta di variazioni di volume minime, ma che influiscono in modo determinante sulla percezione ottica del volto, consentendo così, a seconda dei casi, di rimodellare il naso in modo importante, oppure apportare lievi e impercettibili modifiche. Una sola seduta è sufficiente per un risultato immediato: un bel vantaggio se paragonato all’invasività dell’intervento chirurgico e al suo lungo decorso post-operatorio.

 

Biostimolazione

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Cosa è la biostimolazione cutanea iniettiva?

La biostimolazione cutanea consiste nel somministrare per via iniettiva intradermica-sottocutanea delle sostanze farmacologiche che stimolano la rigenerazione dei tessuti: grazie alla loro azione la cute è più idratata, le cellule si rinnovano più rapidamente e aumenta la produzione di collagene ed elastina.

Le indicazioni principali a questa terapia sono la disidratazione, l’aging e il photoaging. Normalmente la biostimolazione viene inserita in un programma di gestione della pelle, stabilito dopo un check-up dermocosmetologico secondo Bartoletti e Ramette, che comprende l’applicazione domiciliare di cosmetici specifici, l’ausilio eventuale di peeling chimici ambulatoriali (stimolano ulteriormente il rinnovamento cellulare) e l’eventuale uso di riempitivi (filler).

I risultati che si possono ottenere dipendono molto dalla risposta individuale e la loro durata varia in relazione alla gravità della situazione di partenza ed allo stile di vita (ad esempio evitare di esporsi al sole ed utilizzare costantemente la protezione solare aumenta nel tempo l’efficacia del trattamento). In ogni caso la biostimolazione, come tutti i trattamenti ciclici, dopo un ciclo di sedute ravvicinate, va proseguita con sedute mensili di mantenimento.  

Anche se nella storia clinica non sono presenti episodi di allergia, in rari casi, si può manifestare una reazione alla sostanza iniettata; inoltre, questo trattamento è controindicato nei soggetti affetti da alterazioni della coagulazione e da alcune patologie come le malattie autoimmunitarie.

I principi attivi più comunemente utilizzati per la biostimolazione, da soli o in associazione fra loro, sono:

  • acido ialuronico: idrata la cute, possiede attività antiradicali liberi, migliora la coesione dello strato superficiale della cute e il suo metabolismo ;
  • polidesossiribonucleotide:  si tratta di catene di frazioni di acidi nucleici, il DNA, che è alla base di tutte le attività  dell’organismo. Ha la proprietà di aumentare la capacità funzionale dei fibroblasti, le cellule che producono il collagene e l’elastina, sostanze presenti nella cute giovane che col tempo si modificano in quantità e qualità ;
  • aminoacidi precursori del collagene:  il collagene è la proteina con funzione di sostegno più diffusa nell’organismo ; gli aminoacidi  essenziali che la costituiscono, iniettati nel derma, ne stimolano la produzione locale. Viene così contrastata la diminuzione del collagene che col tempo porterebbe alla perdita del tono cutaneo.

In genere sono sufficienti 20 minuti per effettuare la biostimolazione, ma può esserci una certa variabilità. Il dolore avvertito dipende dal grado di sensibilità individuale e dalle sedi trattate, ed è comunque assolutamente sopportabile. Dopo la terapia può essere presente un eritema (arrossamento), un leggero e transitorio gonfiore (che si risolve in circa 30 min), un lieve sanguinamento. Potrebbero comparire delle piccole ecchimosi che scompaiono spontaneamente in pochi giorni.

Nei giorni successivi alla biostimolazione, non bisogna esporsi al sole o alle lampade UV e comunque va applicata sempre una protezione solare. Nei giorni immediatamente precedenti e successivi alla terapia, vanno evitati tutti quei trattamenti che possono in qualche modo irritare la pelle (cerette, elettrolisi, maschere esfolianti, depilazione laser, ecc.).

 

Peeling

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Il peeling (dall’inglese to peel) permette di rimuovere gli strati esterni della cute con l’applicazione locale di sostanze, soprattutto acidi organici, in grado di scindere i legami che tengono unite le cellule.

Nella pelle invecchiata il ricambio delle cellule dell’epidermide rallenta e si ha un aumento relativo dello spessore dello strato corneo: la cute assume un aspetto opaco, grigiastro, perde elasticità, diviene ruvida al tatto, la melanina viene prodotta in modo disomogeneo e compaiono delle macchie. Il peeling chimico, effettuato con regolarità, migliora l’aspetto dell’epidermide e, tramite particolari segnali biochimici che raggiungono il derma sottostante, ne rivitalizza le funzioni, stimola la sintesi di nuovo collagene.

In base alla potenza dell’agente cheratolitico usato, il peeling può essere superficiale, medio o profondo, a seconda dello strato della cute su cui agisce. Peeling più utilizzati in Medicina Estetica sono quelli superficiali e medio-superficiali o soft-peeling: questi, rimuovendo lo strato corneo, rendono immediatamente la pelle più luminosa e levigata, migliorando tutti i quadri connessi all’invecchiamento cutaneo. Questa terapia va inserita in un programma più ampio, impostato sulla base delle problematiche del paziente, emerse in seguito a un check up cutaneo: questo iter diagnostico deve precedere qualsiasi trattamento correttivo. La cute del volto va normalizzata con una cosmetica adeguata, di cui il peeling potenzia l’efficacia, favorendo la penetrazione dei principi attivi.

In ambito dermatologico, inoltre, alcuni peeling contribuiscono al miglioramento dell’acne.

 

Modalità di esecuzione

Il peeling si effettua in singoli trattamenti ad intervalli di circa 15-30 giorni. Il numero delle sedute varia in funzione dell’obiettivo da raggiungere, dell’agente chimico utilizzato e della risposta individuale. Durante la seduta si applica l’acido con un batuffolo di ovatta o un cotton fioc; il paziente avverte un bruciore, di intensità variabile in base alla sensibilità individuale, che scompare quando l’acido viene neutralizzato, lasciando una sensazione di calore legata alla vasodilatazione locale. Il disagio normalmente è ben tollerato.

 

Che tipo di risultati si ottengono con il peeling?

Con un soft peel ci si può aspettare:

  • una maggiore luminosità, levigatezza ed elasticità della cute
  • una lieve riduzione del diametro degli osti follicolari
  • una maggiore uniformità del colorito cutaneo con attenuazione delle iperpigmentazioni (soprattutto se i peeling vengono ripetuti e si associa l’uso domiciliare di depigmentanti)
  • un’attenuazione delle rughe più sottili.

L’entità del miglioramento non è prevedibile poiché la qualità della risposta e il numero di trattamenti necessari ad ottenerla dipendono da molti fattori, come il livello di compromissione iniziale della cute, l’età, la reattività individuale, le condizioni ambientali, lo stile di vita.

 

Esistono delle controindicazioni al peeling?

Ovviamente, una controindicazione assoluta esiste in caso di allergia accertata nei confronti dell’acido prescelto o degli eccipienti.

Gli acidi sono sostanze dotate di potere aggressivo per la cute e le mucose, potenzialmente in grado di produrre lesioni di una certa gravità, se usate in sedi, modi e tempi non corretti.

Dopo il peeling, possono comparire aree di arrossamento e di desquamazione, a volte crosticine che si risolvono in qualche giorno spontaneamente, o nei rarissimi casi di maggior gravità, con un’opportuna terapia.

È inoltre possibile, nei giorni successivi al peeling, che compaiano piccole lesioni pustolose o, nei soggetti predisposti, manifestazioni di Herpes Simplex.

Gli acidi, per la loro azione esfoliante, possono favorire un aumento della perdita di acqua per evaporazione, accentuando, in alcuni casi, il senso di secchezza cutanea.

Infine, coi peeling più profondi, si può manifestare eritema persistente ed iperpigmentazioni (specie in fototipi scuri, come esito di complicanze infiammatorie e in caso di inadeguata fotoprotezione delle aree trattate), risolvibili con un’ adeguata terapia.

 

Cosa bisogna fare e non fare prima del peeling?

Una pelle è in condizioni ottimali e ben idratata risponde meglio al peeling e gli effetti collaterali sono più rari. Per questo motivo, è consigliabile far precedere il peeling da un check-up cutaneo e da una fase di preparazione e di normalizzazione, della durata di almeno 15 giorni, da effettuare a domicilio, con i cosmetici prescritti dal medico.

In generale, è preferibile rimandare il trattamento in presenza di: herpes simplex attivo, dermopatie, lesioni flogistiche in corso o in via di cicatrizzazione, ferite chirurgiche, peeling recenti con altre sostanze, esiti di dermoabrasione, crioterapia, diatermocoagulazione, scottature solari, rasature, depilazione con cera e ogni altro evento irritativo cutaneo. In ogni caso, sarà il medico a valutare l’intervallo di tempo da far trascorrere prima di effettuare un peeling.

 

Cosa bisogna fare e non fare dopo il peeling?

Nel giorno in cui è stato eseguito il peeling ed in quello successivo, è consigliabile applicare sulla cute solo i prodotti prescritti dal medico, per velocizzare il processo di rinnovamento cellulare e ridurre la secchezza cutanea.

Lo strato corneo è un importante strumento di difesa contro le radiazioni solari: il peeling ne riduce lo spessore e rende la pelle più sensibile ai raggi UV. Va evitata perciò l’esposizione al sole o alle lampade abbronzanti per almeno quattro settimane ed applicato con regolarità uno schermo solare: questo perché la cute potrebbe reagire al processo infiammatorio postpeeling con un aumento della pigmentazione ed un’insufficiente cautela potrebbe rendere più evidenti le macchie preesistenti o farne comparire di nuove.

Inoltre, nelle aree trattate, non devono essere usati prodotti abrasivi, tonici a base alcolica, detergenti saponosi o sindet particolarmente aggressivi; non va effettuata la depilazione, la pelle non va grattata o strofinata, né vanno asportate eventuali crosticine.

Gli acidi più utilizzati in Medicina Estetica sono: mandelico, glicolico, piruvico, salicilico, tricloroacetico:

  • acido mandelico: fa parte degli alfa-idrossiacidi un’ampia famiglia di composti presenti in natura, chiamati anche “acidi della frutta”, da cui molti derivano. In particolare, l’acido mandelico, estratto dalle mandorle amare, riesce ad essere efficace senza indurre bruciore o rossore cutaneo immediato; agisce in relazione alla sua concentrazione, favorendo il turn over cellulare ed ha anche proprietà antibatteriche e depigmentanti. Esso è indicato per il trattamento della cute sensibile ed è spesso utilizzato in combinazione con altri agenti chimici.
  • acido glicolico: è un alfa-idrossiacido contenuto nella canna da zucchero. E’ disponibile in più formulazioni che agiscono in maniera differente, in base alla loro concentrazione, al grado di acidità non tamponata (ossia non neutralizzata), ed al tempo di permanenza sulla pelle. A basse concentrazioni (4-15%), applicato quotidianamente come cosmetico, l’acido glicolico rimuove le squamette cornee più superficiali, già parzialmente sollevate, contribuendo a produrre l’effetto ottico della luminosità. Inoltre, i cosmetici a basse concentrazioni di glicolico aumentano la capacità delle proteine dell’epidermide di trattenere acqua, migliorando l’idratazione cutanea. Ad alte concentrazioni (30-70%), l’acido glicolico provoca il distacco delle cellule epidermiche più profonde, e viene utilizzato per il peeling medico.
  • acido piruvico: è un alfa chetoacido fortemente lipofilo, caratteristica che gli permette di penetrare nel follicolo pilo sebaceo, sede dell’acne; pur avendo un’azione superficiale, produce un effetto desquamante a livello corneo. Stimola inoltre le cellule dello strato germinativo avviando il processo di rinnovamento della pelle. Inoltre, grazie alle sue proprietà antimicrobiche, l’acido piruvico è particolarmente indicato nel trattamento dell’acne in fase attiva.
  • acido salicilico: è un analogo molecolare dell’acido acetilsalicilico, meglio noto come aspirina. Pur avendo un’azione superficiale, ha un effetto desquamante a livello corneo superiore a qualsiasi altro agente chimico. Stimola le cellule dello strato germinativo avviando il processo di rinnovamento della pelle. L’acido salicilico possiede anche proprietà antimicrobiche che consentono di trattare efficacemente i casi di acne anche in fase attiva.
  • acido tricloroacetico (TCA): Il TCA è un agente chimico esfoliante che è in grado di distruggere chimicamente le cellule superficiali dell’epidermiche, stimolando gli strati profondi a rimpiazzare le cellule desquamate: la cute si “rinnova” in circa 15 giorni. Se ripetuto a breve distanza di tempo ed utilizzato a concentrazioni più elevate, agisce più in profondità, favorendo il rimodellamento del collagene nei mesi successivi al trattamento.

 

Peeling PRX-T33

Si tratta di un peeling a base di acido tricloracetico ad alta concentrazione, ma non aggressivo grazie alla presenza del perossido di idrogeno che ne modula l’azione. Stimola il derma e agisce sul chrono e photoaging, contrastando la perdita di tonicità di viso, collo e décolleté, ed è indicato anche nel trattamento delle cuti acneiche. Con la formulazione Reverse peel, in cui oltre al tricloracetico, sono presenti anche altri agenti esfolianti, può essere efficacemente trattato il melasma, un’ iperpigmentazione cutanea, caratterizzata da macchie marroni con contorni irregolari.

La terapia, non invasiva e indolore, consiste nel massaggiare, in più passaggi, il prodotto sulla cute, che viene poi risciacquata; generalmente il peeling è ben tollerato, e dà solo un leggero arrossamento al termine della seduta e una lieve desquamazione nei giorni successivi. Il protocollo standard prevede circa 5 sedute a cadenza settimanale; nel caso del Reverse peel le sedute sono più distanziate.

Questo peeling non è fotosensibilizzante e perciò può essere effettuato in qualsiasi stagione dell’anno.

 

Retinol peel

E’ un peeling medico che contiene il 3% di Retinolo, un precursore dell’acido retinoico, ed un complesso di sostanze (derivati dell’acido citrico, derivati aminoacidici, vitamina E, bisabololo): stimola la produzione di collagene, riduce l’attività delle collagenasi, esfolia, migliora l’aspetto delle rughe sottili, favorisce l’uniformità del colorito e rende la cute più luminosa. Il peeling è attivo anche sulle lesioni acneiche.

Il prodotto viene applicato sulla cute dal medico e, dopo un periodo di osservazione di circa 10 minuti, il paziente potrà lasciare l’ambulatorio; il risciacquo della sostanza avverrà a domicilio dopo un numero di ore di posa indicato dal medico, in base alle condizioni ed alla sensibilità della pelle. Nei giorni successivi all’applicazione si può avere un lieve incremento del rossore e un senso di tensione della pelle; l’esfoliazione inizia dopo 2-3 giorni e prosegue per una circa una settimana. Oltre a una corretta idratazione con i cosmetici prescritti, è fondamentale la fotoprotezione, con creme solari applicate più volte al giorno; va inoltre evitato l’uso di prodotti esfolianti.

 

Radiofrequenza

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Cosa è la radiofrequenza?

E’ una metodica poco invasiva per il trattamento dell’invecchiamento e del rilassamento cutaneo di viso e corpo, che dà un aspetto più “giovane e riposato”, in modo non ablativo e senza iniettare farmaci.

L’energia elettromagnetica, prodotta da appositi apparecchi elettromedicali, penetra nel derma e raggiunge la fascia muscolare superficiale: attraversando i tessuti, incontra una resistenza che viene convertita in energia termica in grado di indurre una ristrutturazione cutanea.

Alla temperatura che si raggiunge nel derma profondo, il collagene si denatura e la sua molecola si riarrangia, diventando più corta e più spessa; inoltre si ha un incremento della sintesi proteica nei fibroblasti, con produzione di collagene ed aumento del numero e dello spessore delle fibre elastiche. Tutto ciò avviene in sicurezza, senza danno termico, nè necrosi tissutale.

 

Quali sono le indicazioni principali della radiofrequenza in medicina estetica?

L’ indicazione principale per il trattamento è rappresentata dalla lassità cutanea di viso e corpo. La radiofrequenza migliora l’aspetto tipico della cute invecchiata e della trama epidermica: i tessuti appaiono più turgidi, la lassità cutanea diminuisce, i processi vasoattivi indotti agiscono sul colorito. Il risultato finale è un aumento di consistenza del derma e un effetto tensorio: il viso e il corpo assumono un aspetto più tonico. La radiofrequenza trova indicazione anche nel trattamento dell’acne, come terapia di supporto nel favorire i processi di guarigione delle pustole e nel miglioramento dell'aspetto delle cicatrici, proprio per l'attivazione dei fibroblasti stimolati dall’azione termica. 

 

Come si esegue la radiofrequenza?

La terapia si esegue facendo scorrere un manipolo sul piano cutaneo. Possono essere trattati viso, collo, décolleté, braccia, interno ed esterno coscia, glutei, addome.

La terapia non è dolorosa, si avverte anzi una piacevole sensazione di calore. Si può manifestare un transitorio eritema (arrossamento) e, in casi eccezionali, delle ustioni (in genere di I grado): tali reazioni sono circoscritte e scompaiono velocemente, lasciando la superficie cutanea perfettamente normale. Subito dopo il trattamento è sconsigliata l’esposizione al sole ed alle lampade UV.

Il protocollo terapeutico varia in base all’apparecchiatura utilizzata. Già dopo le prime sedute è possibile riscontrare sul viso i primi effetti sulla ristrutturazione, che continua per circa un anno. In altre sedi i risultati si ottengono più lentamente.

È importante, a ciclo terminato, programmare delle sedute di mantenimento.

Il risultato del trattamento non è valutabile a priori, perché è legato alla risposta clinica del paziente e alle condizioni individuali di partenza.

 

Tossina Botulinica

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E’ una terapia medica proposta alla fine degli anni ’90 per il trattamento delle rughe d’espressione tra le sopracciglia che, grazie alla naturalezza del risultato e all’ampio margine di sicurezza che la caratterizzano, ha in poco tempo conquistato sia medici che pazienti.

Lo Studio Medico Associato Bartoletti è un Centro di Riferimento riconosciuto per il trattamento con tossina botulinica.

L'utilizzo in Medicina Estetica è autorizzato sia dalla severa FDA americana sia dagli enti Europei. La metodica oggi utilizzata è accettata dalla comunità scientifica e permette di ottenere risultati con un compromesso ottimale fra durata e naturalezza.
Da un punto di vista tecnico la tossina botulinica, neurotossina prodotta dal batterio Clostridium botulinum, è un farmaco che, iniettato in un muscolo, ha la capacità di ridurne la contrazione. Quest’effetto ha una durata abbastanza costante di circa 3-4 mesi, dopo i quali il muscolo ritorna alla sua condizione iniziale, senza alcun tipo di reliquati. L’utilità terapeutica di questa tossina è ben documentata in condizioni caratterizzate da ipercontrattilità muscolari (come la spasticità, lo strabismo, il blefarospasmo o lo spasmo emifacciale) e le ipersecrezioni ghiandolari come l’iperidrosi. In Medicina Estetica la tossina si utilizza per correggere le rughe di espressione del viso (in particolare quelle del terzo superiore del volto: rughe perioculari, glabellari e della fronte). L’azione miorilassante della tossina botulinica rende le rughe meno evidenti e ne previene il peggioramento, prolungando la durata dei filler, il cui effetto correttivo è ridotto dalla contrazione dei muscoli locali che ne accelerano la degradazione.
L’esperienza accumulata nel tempo ci ha fatto capire che il risultato più eclatante di questa terapia non è tanto la scomparsa delle rughe quanto il costante miglioramento dell’espressione del viso della persona, che appare serena e riposata.
Il trattamento consiste in iniezioni intramuscolari di una piccola quantità di tossina, con un ago molto sottile, in regione perioculare, sulla fronte e tra le sopracciglia;  può essere eseguito dalle 2 alle 3 volte all’anno, a seconda delle necessità.

E’ importante, nel giorno in cui si effettua la terapia, evitare di massaggiare il terzo superiore del volto, di piegarsi verso il basso, di indossare il casco e fare ginnastica.
L’effetto della tossina non è immediato, ma si manifesta dopo 3-4 giorni e si definisce dopo circa 10, trascorsi i quali va eseguita una visita di controllo per correggere eventuali asimmetrie.
Grazie alla naturalezza del risultato ottenibile, alla possibilità di trattare inestetismi non correggibili in altro modo, al suo margine di sicurezza (il più ampio in Medicina Estetica) e all'assoluta innocuità del farmaco, la terapia con tossina botulinica è la più richiesta negli ultimi anni.